III domenica di Avvento “gaudete”Anno C
In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo
fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha
da mangiare, faccia altrettanto». Vennero anche dei pubblicani a farsi
battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse
loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato». Lo interrogavano
anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non
maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre
paghe». Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si
domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti
dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui
non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito
Santo e fuoco». (...).
Il vangelo di questa domenica e’ quanto mai
attuale per noi che viviamo in una societa’ dei consumi e dell’accumulo. Tutto
e’ regolato dalla legge del mercato che impone di produrre sempre di piu’ e di
conseguenza di acquistare sempre di piu’, altrimenti la ruota si ferma
bloccando tutto il sistema economico… non posso e non sono in grado di scrivere
in questo luogo come fare ma e’ certo che mentre noi consumiamo piu’ del
necessario in altre parti del mondo si muore di fame e di sete. Anche l’acqua
e’ un bene per tanti inaccessibile. Serve ri-equilibrare la bilancia rendendo,
a chi non ha, quello che noi con i nostri comportamenti abbiamo tolto. La pace
da tanti sbandierata in mille modi nasce dal rispetto della giustizia,
altrimenti e’ solo demagogia. Ritorno a comportamenti onesti, senza esigere
niente di piu’ (leggi tangenti) e senza farsi forza del ruolo ricevuto per
acquisire privilegi ma amministrare con spirito di servizio, tanto semplice da
essere una vera sfida per l’uomo d’oggi!
Per una lettura personale
(Letture: Sofonìa 3, 14-18a; Salmo:
Is 12, 2-6; Filippesi 4, 4-7; Luca 3, 10-18)
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