sabato 24 novembre 2012

LA REGALITA' DI CRISTO, VITTORIA SUL NOSTRO EGOISMO


Nostro Signore Gesù Cristo Re dell'Universo
Anno B

In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?». Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re (...)».

La solennità dì oggi ci fa guardare in avanti alla fine del tempo, quando Gesù tornerà nella Sua Gloria per giudicare nell’amore i nostri atti e le nostre vite. In questa beata attesa, come ci ricorda la liturgia eucaristica, i cristiani sono chiamati ad una attesa operosa sull'esempio di Cristo e della sua regalità, che come ci ricorda il vangelo di oggi non è modellata su quella umana fatta di potere e grandezza ma sul servizio e sull'amore. E’ Re colui che serve, il cristianesimo ci mettere insieme due termini che il mondo separa e tanta volte contrappone fino allo scontro e alla guerra. Nel cristianesimo  spesso, la sintesi è il modo privilegiato di procedere. Sono veramente grande, libero, sovrano dei miei sentimenti, vero Re di me stesso quando guardo il mondo e gli altri con gli occhi di colui che vuole dare più che ricevete vincendo l’egoismo radice di tutti i mali.  Libero come nessuno, amore come nessuno, vero come nessuno. La regalità di Cristo non è potere ma pienezza d'umano, accrescimento di vita, intensificazione d'umanità: «il Regno di Dio verrà con il fiorire della vita in tutte le sue forme» (G. Vannucci).

Per una lettura personale:
(Letture: Daniele 7, 13-14; Salmo 92; Apocalisse 1, 5-8; Giovanni 18, 33-37) 

sabato 17 novembre 2012

TUTTO PASSA, DIO RESTA!


XXXIII Domenica Tempo Ordinario-Anno B

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall'estremità della terra fino all'estremità del cielo. [...] Quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte [...].».

Il mondo finirà è un assioma che tutti noi abbiamo studiato quando andavamo a scuola, e appartiene alle leggi della fisica. Tutto ha un inizio e tutto ha una fine… ma quando tutto sembra finire ecco vedrete il Figlio dell’uomo. E’ questa le prima verità che il vangelo di questa settimana ci propone. Tutto passa solo Dio resta diceva santa Teresa d’Avila e sembra volerci dire a noi uomini di questo secolo la stessa verità. Se questo è il messaggio di questa domenica rimane a noi la possibilità di rileggere tutta quanta le nostra vita e soprattutto vedere come abbiamo e su che cosa fondiamo le nostre stesse scelte e decisioni: è’ in effetti una riflessione non tanto sulla fine del mondo, in senso finale ma sul significato del nostro mondo, che noi ogni giorno costruiamo con le nostre stesse mani, sia a livello personale che sociale. E’ anche un invito al termine di questo anno liturgico di rivedere la nostra vita e di ripensare a come iniziare il nuovo fondandolo sulla fedeltà e sull’Amore di Dio che è sempre vicino ed attende alla porta del nostro cuore.

per una lettura personale
(Letture: Daniele 12,1-3; Salmo 15; Ebrei 10,11-14.18; Marco 13,24-32)

giovedì 8 novembre 2012

NON CONTA QUANTO MA IL MODO, IL CUORE CON CUI SI DONA


XXXII Domenica Tempo ordinario Anno B

In quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa».
[Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».] 


Questa Domenica il vostro Parroco sarà impegnato a correre la Maratona di Livorno, per portare avanti con la sua passione per lo sport, tanti casi umani e di solidarietà.  Ci sarà Alessio nel mio cuore con il suo sogno di poter un giorno camminare liberamente, ci saranno Masimiliano e Salvatore, marò del Reggimento “San Marco” ancora trattenuti in India in attesa di avere giustizia, si saranno tanti bambini che ancora non possono correre felici perchè malati, come quelli dell'ospedale pediatrico del Caritas Baby Hospital di Betlemme o quelli costretti a lavorare fin dalla loro più tenera età in tante parti del mondo. Così questa Domenica la mia omelia sarà fatta con le gambe e con il cuore e non come ogni altra Domenica dal pulpito di una chiesa, non vesti liturgiche ma semplici pantaloncini da corsa, il cuore sarà il solito quello di ogni giorno, il cuore di un uomo che batte forte ed ancora non si vuole risparmiare ed aspettare al traguardo che il mondo arrivi senza di lui… anch’io getterò quei 21 chilometri e novantasette metri tutto quello che ho, di questo sono sicuro.

(Letture: 1 Re 17, 10-16; Salmo 145; Ebrei 9, 24-28; Marco 12, 38-44). 

sabato 3 novembre 2012

NON ESISTE AL MONDO COSA PIU' GRANDE DELL'AMORE


XXXI  Domenica Anno B

In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». Gesù rispose: «Il primo è: "Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l'unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima [...]". Il secondo è questo: "Amerai il tuo prossimo come te stesso". Non c'è altro comandamento più grande di questi».

Gesù ha scelto come impegno di vita, strada da seguire, orizzonte su cui orientarsi la parola più bella ed impegnativa del vocabolario umano: Amore. Una parola che si deve declinare in Amare Dio ed il Prossimo.  Da questo nasce e deriva tutta la morale e la vita del cristiano. Potremo dire con Sant’Agostino: Ama e fai quel che ti pare… ma Ama, sempre in ogni momento della vita, nella gioia e nella malattia, nella buona e nella cattiva sorte, ogni giorno della tua vita… come ci ricorda anche la formula del Matrimonio cristiano, un Amore che non può non essere indissolubile, indistruttibile eterno come è l’Amore che Dio riversa nei nostri cuori. “Ama questa polifonia della vita, e farai risplendere l'immagine di Lui che è dentro di te. Perché l'amore trasforma, ognuno diventa ciò che ama. Se Lo amerai, sarai simile a Lui, cioè creatore di vita, perché «Dio non fa altro che questo, tutto il giorno: sta sul lettuccio della partoriente e genera» (M. Eckhart).
Amerai, perché l'amore genera vita sul mondo”.

Per una lettura personale:
(Letture: Deuteronomio 6,2-6; Salmo 17; Ebrei 7,23-28; Marco 12,28b-34)