giovedì 27 dicembre 2018

AUGURI DI BUONE FESTE


Carissimi amici,
Le luci di Natale già brillano ovunque nel mondo.
E qui a Betlemme le strade scintillano di luci, le vetrine abbagliano di colori natalizi.
Con il naso appiccicato ai vetri, piccoli e grandi sognano un mondo rosso e dorato cosi luminoso, da dimenticare, almeno per un po’, la tristezza di un lavoro precario, le lacrime di bambini che soffrono, la preoccupazione dei genitori di fronte alle varie ingiustizie, la pace vera che sembra ancora lontana, le vittime di ieri, di oggi e quelle di domani.


Ma nel cuore di ogni uomo si avverte il desiderio di bene che grida a squarciagola: No al male e alla violenza. Noi non vogliamo dimenticare, ma vogliamo sognare. Vogliamo tenere aperti gli occhi su questo mondo così umano fatto di luce e di ombre, di amore e di conflitti, di alleanze e di divisioni, di urla e di sorrisi, di sofferenza e di tenerezza perché in questo mondo, in questa umanità Cristo è nato.

martedì 11 dicembre 2018

Dedicato a Maria Cristina Luinetti

25 GAROFANI PER MARIA CRISTINA


25 GAROFANI PER MARIA CRISTINA ,
PER NON DIMENTICARE 
IL SUO SACRIFICIO,
A 25 ANNI DALLA SUA MORTE,
AVVENUTA IN SOMALIA
NEL CORSO DI UNA MISSIONE DI PACE.

LIVORNO
HA VOLUTO RICORDARLA
CON UNA CERIMONIA
AL SACRARIO DEI CADUTI
DEL CIMITERO COMUNALE.

ALZA BANDIERA, PREGHIERA PER TUTTI I CADUTI,
DEPOSIZIONE FIORI,
BENEDIZIONE.


domenica 30 settembre 2018


XXVI Domenica Tempo ordinario - Anno B
In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demoni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c'è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi. Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d'acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa. [...]



Noi e loro , l’eterno conflitto che passa nel cuore dell’uomo creando divisioni, conflitti, guerre e quanto di male possiamo vedere in questo mondo.
Noi con i nostri diritti, le nostre regole e convinzioni incrollabili.
Loro,che fanno quello che facciamo noi, e forse meglio di noi, rimangono esclusi e fuori dalla nostra cerchia, “un tale” anonimo e senza volto.
Gesù vede iL bene che ognuno di noi può fare e di questo gioisce!
Gesù invita i suoi a passare dalla contrapposizione ideologica alla proposta gioiosa, disarmata, fidente del Vangelo. A imparare a godere del bene del mondo, da chiunque sia fatto; a gustare le buone notizie, bellezza e giustizia, da dovunque vengano.
Poi per chiarirci meglio le idee sul bene che possiamo tutti compiere con la cosa più semplice e facile da farsi, che tutti hanno in casa: donare un bicchier d’acqua! Da noi non vuole l’oceano ma un semplice bicchier d’acqua, che unito a tanti altri bicchieri diventi un mare capace di dissetare una moltitudine.
Gesù semplifica la vita: tutto il Vangelo in un bicchiere d'acqua. Di fronte all'invasività del male, Gesù conforta: al male contrapponi il tuo bicchiere d'acqua; e poi fidati: il peggio non prevarrà.

sabato 1 settembre 2018

DOMENICA 2 SETTEMBRE



2 SETTEMBRE 2018     XXII Domenica Tempo ordinario  –  Anno B

In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme. Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?». [...]
Gesù è stato misericordioso con tutti i peccatori vedi la Maddalena, Matteo il pubblicano e tanti altri citati nei vangeli, ma duro con una categoria di persone: gli ipocriti.  “Lontani da Dio e dall'uomo. Il grande pericolo, per i credenti di ogni tempo, è di vivere una religione dal cuore lontano e assente, nutrita di pratiche esteriori, di formule e riti; che si compiace dell'incenso, della musica, degli ori delle liturgie, ma non sa soccorrere gli orfani e le vedove” (Giacomo 1,27, II lettura). 

sabato 9 giugno 2018


X Domenica – Tempo ordinario Anno B

LA FAMIGLIA DI GESU’

In quel tempo, Gesù entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure mangiare. Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: «È fuori di sé». Gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del capo dei demòni». Ma egli li chiamò e con parabole diceva loro: «Come può Satana scacciare Satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà restare in piedi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non potrà restare in piedi. Anche Satana, se si ribella contro se stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito [...].



“Chi  è mia Madre e chi sono i miei fratelli?” Più di altre cose mi ha colpito questa domanda che Gesù ci pone in questa Domenica dal sapore di primavera ormai nella sua pienezza. Quante volte presumiamo di essere “Noi” i suoi fratelli, basta essere battezzati? Essere del gruppo dei suoi amici? Di fare del bene? Gesù da un’altro criterio per rispondere alla sua domanda: Fare la Volontà di Dio. E’ una delle richieste che facciamo a Dio ogni qual volta recitiamo il Padre Nostro: sia Fatta la tua volontà come in cielo dagli Angeli, così da noi sulla terra. Facile da dirsi difficile da capire e da attuare. Come prima cosa dobbiamo sapere qual è la Volontà di Dio, su di me, nel mondo circostante a me e nella situazione concreta in cui mi trovo. E’ questo un lungo cammino da intraprendere con umiltà sapendo che nessuno possiede mai la verità, la ci si avvicina progressivamente nel silenzio della preghiera e del discernimento. Gesù ogni qual volta doveva compiere una scelta importante, prima si ritirava a pregare, poi parlava. Anche per noi la ricerca della Volontà di Dio esige tempo e umiltà. Possiamo correre sempre il rischio di credere che la Volontà di Dio coincida con la nostra o, peggio ancora, credere che la nostra volontà sia quella di Dio per il fatto che noi ci sentiamo migliori degli altri o perchè rivestiamo un ruolo che ci è stato affidato. Tutti nella Chiesa,in special modo chi ha autorità, deve avere l’umiltà … “Illumina le tenebre del mio cuore, dammi fede retta, carità perfetta, umiltà profonda, senso e conoscenza perché io possa fare la tua santa Volontà.” Direbbe il piccolo, Grande Francesco d’Assisi a tutti noi. Sapendo che quando avremo fatto tutto ciò che dovevamo fare, Gesù illuminerà le nostre decisioni e i nostri propositi di bene. Allora saremo veramente suoi “fratelli”!

(Letture: Genesi 3,9-15; Salmo 129; 2 Corinzi 4,13-5,1; Marco 3,20-35)

lunedì 28 maggio 2018

SUPERATE LE 30.000 VISITE

CON GIOIA TAGLIAMO IL TRAGUARDO DELLE 30.000 VISITE AL NOSTRO BLOG. RINGRAZIAMO TUTTI COLORO CHE CI SEGUONO IN QUESTO NOSTRO IMPEGNO E CI SPRONANO A FAR ANCORA MEGLIO.
IL PANE SPEZZATO CHE E'
LA PAROLA DI DIO
ALIMENTI IL NOSTRO IMPEGNO
E LA VOSTRA VITA. 

sabato 28 aprile 2018


V Domenica di Pasqua Anno B 

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l'agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, 
e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. 
Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato.
Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso 
se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. 
Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, 
perché senza di me non potete far nulla. 
Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; 
poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, 
chiedete quello che volete e vi sarà fatto.
 In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».


Dopo aver celebrato la Domenica del Buon Pastore, la liturgia questa Domenica ci offre l’immagine di Gesù buon-bravo vignaiolo. Due scene che ci collegano al lavoro alla quotidianità del nostro essere, che hanno il sapore di cose semplice come il pane o il buon vino sulla mensa di ogni giorno.
Dio agricoltore ed io il suo campo la sua vigna. Preziosa, unica da cui attende pienezza di vita e ricchi frutti.  E il mio padre è il vignaiolo: un Dio contadino, che si dà da fare attorno a me, non impugna lo scettro ma la zappa, non siede sul trono ma sul muretto della mia vigna. A contemplarmi. Con occhi belli di speranza”.
Ermes Ronchi
Rimane da capire il discorso della potatura. Spesso è stato spiegato, come accade nel vangelo, in senso moralistico, come rinuncia o ancor peggio come accettazione del male che ci limita, potati nelle nostre attese, potati nei nostri sogni legittimi, potati nei nostri affetti e così via. Chiedete ad un vignaiolo perché si pota e lui ve lo dirà. La sua risposta coincide esattamente con quella che ci dona Gesù…  perché porti più frutto, più vita e il vino che da quel frutto si ricaverà, sarà più buono e più prezioso. Si toglie ciò che non serve perché il ricavato sia più buono e ricco.
Il Dio della vita che dona vita non si smentisce mai e non si contraddice, se toglie qualcosa e perché è pronto a donare ancora di più. Se chiude una finestra è perché vuol aprite la Porta.
(Letture: Atti 9,26-31; Salmo 21; 1 Giovanni 3,18-24; Giovanni 15,1-8)

lunedì 16 aprile 2018

CONCORSO MILLE MATITE COLORATE


IL GIORNO 12 GIUGNO 2018 ORE 17,30
A CONCLUSIONE DI UN LAVORO DI SENSIBILIZZAZIONE 
SUL SENSO DEL DONO,
VERRANNO PREMIATI
I BAMBINI
CHE HANNO PARTECIPATO AL CONCORSO 
INDETTO DALL'ASSOCIAZIONE "SARA MAZZI".

LA FESTA SARA' ORGANIZZATA CON L'AIUTO DI 
AVIS DONATORI SANGUE DI LIVORNO


sabato 14 aprile 2018

Gesù si riconosce nello spezzare il pane!


III Domenica di Pasqua Anno B

In quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus] narravano [agli Undici e a quelli che erano con loro] ciò che era accaduto lungo la via e come avevano riconosciuto [Gesù] nello spezzare il pane.
Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro (...).


Rileggiamo ancora una volta la meravigliosa pagina lucana dei discepoli di Emmaus.
L’inizio redazionale ci dice che sono ritornati in fretta da Emmaus, villaggio utopico nel senso che rappresenta tutti i luoghi dove spesso ci dirigiamo spinti dalle nostre sconfitte e delusioni.  Anche nelle nostra esperienza personale e di fede spesso lasciamo Gerusalemme luogo del Tempio della presenza di Dio e ci dirigiamo verso Emmaus luogo nel quale torniamo, verso la nostra casa quella di prima dell’incontro con Dio. Torniamo indietro nel nostro cammino umano o di fede delusi e senza speranza.  Ad Emmaus tutto finisce e torna come prima lasciando un senso di amarezza in bocca: il mondo è sempre stato così e sempre sarà così. 

mercoledì 4 aprile 2018

TRENT'ANNI DI SACERDOZIO





SANTUARIO DI MONTENERO  8 APRILE 2018

30 ANNI DI SACERDOZIO:
PADRE GABRIELE FESTEGGIA AL SANTUARIO DI MONTENERO

Domenica 8 aprile 2018, p. Gabriele festeggerà i 30 anni di Ordinazione Presbiterale. L’Ordinazione, infatti, avvenne nel Santuario Francescano di La Verna, nel 1988. “La Verna e Livorno – sottolinea padre Gabriele – sono per me due luoghi particolarmente cari e segnano gli estremi di questo mio anniversario. Poi  c’è da ringraziare tante persone mi hanno aiutato a superare prove e difficoltà, senza di loro non sarei riuscito ad arrivare fino a qui”.
Padre Gabriele è stato per tanti anni Cappellano Militare ed ora svolge il suo Ministero nella Diocesi di Livorno.
Per festeggiare questo anniversario, con tutte le persone che avranno il piacere di partecipare, padre Gabriele domenica prossima celebrerà la Messa, alle ore 10.00, presso il Santuario Mariano di Montenero. “A tutti gli amici – racconta padre Gabriele – chiedo solo la presenza che è il più bel dono che possano farmi. Ho scelto il santuario di Montenero perché qui si venera la Madonna patrona di tutta la Toscana, Nostra Signora delle Grazie, e perché è perché è un santuario particolarmente caro ai livornesi”.
Se qualcuno volesse donare qualcosa di più oltre alla propria presenza, c’è la possibilità di fare una donazione per il Caritas Baby Hospital, l’ospedale pediatrico di Betlemme. “È noto – conferma padre Gabriele – che il mio cuore batte per Betlemme, città simbolo di ogni nascita dove ogni bambino è un piccolo Gesù da aiutare e, in particolare, per il Caritas Baby Hospital”.

sabato 17 marzo 2018


V Domenica di Quaresima Anno B

In quel tempo, tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c'erano anche alcuni greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù». Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. Gesù rispose loro: «È venuta l'ora che il Figlio dell'uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. Adesso l'anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest'ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest'ora! Padre, glorifica il tuo nome». Venne allora una voce dal cielo: «L'ho glorificato e lo glorificherò ancora!». La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori [...].



A chi domanda di vedere Gesù, Lui stesso, si mostra non ai loro occhi ma alla loro cuore con due immagini: il chicco di grano e la croce, che a ben riflettere sono il cuore stesso della sua vita e della nostra fede di cristiani, amare fino a dare la vita per gli altri. 
La prima immagine è quella del seme di grano, piccolo per natura ma destinato a dare frutto moltiplicandosi miracolosamente per mille alla sola condizione che abbia il coraggio di donarsi e di farsi completamente prendere dalla terra in cui è caduto. Come nel mondo naturale così in quello spirituale si ripete il prodigio della vita che si rinnova e si moltiplica attraverso il dono (il morire in senso semitico come usa dire Gesù in questo brano del Vangelo). Natura e Vangelo seguono le stesse leggi, l’armonia che regna intorno a noi nel creato, regna anche nel cuore dell’uomo, creatura di Dio. Così l’uomo diventa restauratore e cantore dell’universo intero con Cristo.

venerdì 9 marzo 2018


IV Domenica Quaresima “Laetare” - Anno B

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio.
E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».



In questo austero cammino quaresimale, come ci ricorda la liturgia, incontriamo questa domenica detta “laetare”, ovvero della gioia, una sorta di oasi posta nel deserto di questo cammino per rinfrancarci e ritrovare forze per concluderlo con la grande celebrazione della Pasqua.
Il motivo di tanta gioia e scritto a chiare lettere nel brano del Vangelo di questa domenica: Dio ci ama tanto da darci in dono il suo Figlio come fratello, come amico e compagno di vita per tutti noi. Questo amore si spingerà fino a dare la sua vita per noi: “non esiste amore più grande di questo, dare la vita per i propri amici”.

domenica 4 marzo 2018


III Domenica di Quaresima Anno B

Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà». Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. [...] 



Il fatto raccontato in questa terza Domenica di quaresima , oltre al valore in se stesso di fatto storico, ha come sempre un valore per noi che lo leggiamo in questo XXI secolo dopo Cristo.
La frase su cui vorrei soffermarmi è quella che Gesù rivolge aitanti venditori che affollavano il tempio di Gerusalemme. “non fate della casa del Padre mio un mercato”. Frase quanto mai forte e detta con impeto, dopo aver rovesciato banchi e bancarelle e scacciato i tanti animali sacrificali che affollavano il luogo sacro.

sabato 24 febbraio 2018

II Domenica di Quaresima Anno B


In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l'amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro. Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell'uomo fosse risorto dai morti. [...]


L’austero cammino della quaresima, ci concede oggi una pausa di luce e di speranza,  con questa teofania della trasfigurazione. Prima di affrontare la prova della passione e della sua morte, Gesù vuole preparare i suoi discepoli con questa rivelazione, per incoraggiare loro e noi che niente e nessuno ci separerà dal Suo amore. In certi momenti della nostra vita, specie quelli segnati dalla prova e dal dolore, dobbiamo essere confortati dalla fede in Lui, Figlio di Dio e solo Lui dobbiamo ascoltare e seguire.

sabato 17 febbraio 2018

I Domenica di Quaresima Anno B

In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano. Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».


Il Vangelo di Marco non riporta, a differenza di Luca e Matteo, il contenuto delle tentazioni di Gesù, ma ci ricorda l'essenziale: e subito lo Spirito lo sospinse nel deserto, e nel deserto rimase quaranta giorni tentato da Satana.
Che cos’è la tentazione? Non è di sè per se un peccato, quanto un momento in cui l’uomo deve scegliere tra due possibilità: quella del bene e quella del male.
E’ un momento di crisi nel senso etimologico della parola ove crisi significa giudizio. L’uomo è chiamato nella tentazione ad esprimere un giudizio sulle due contrastanti possibilità di scelta ed decidersi, autodeterminarsi, intraprendere una direzione di cammino.

sabato 10 febbraio 2018

VI Domenica - Tempo ordinario Anno B

In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va', invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro». Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; 
e venivano a lui da ogni parte.


Come sempre il Vangelo ci offre mille spunti di riflessione e di approfondimento. Io mi vorrei soffermare su un piccolo dettaglio e apparentemente marginale, quasi una nota redazionale insignificante:il fatto che Gesù dopo aver “purificato” il lebbroso gli chieda di non rivelarlo a nessuno, ma solo di presentarsi al sacerdote per adempiere ciò che Mosè nella legge aveva prescritto. Questo solo per loro, per i sacerdoti perché riconoscano la presenza di Dio nella storia del suo popolo. E lo mandò via, con tono severo, ordinandogli di non dire niente. Il motivo e presto detto: Gesù non compie miracoli per un secondo fine, per fare adepti o per avere successo, neppure per convertire qualcuno. Lui guarisce il lebbroso perché torni integro, perché sia restituito alla sua piena umanità e alla gioia degli abbracci. È la stessa cosa che accade per ogni gesto d'amore: amare «per», amare per un qualsiasi scopo non è vero amore. Al contrario di quanto facciamo noi nel nostro tempo.

sabato 20 gennaio 2018

VENITE DIETRO A ME

III Domenica - Tempo ordinario Anno B

Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il Vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo». Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch'essi nella barca riparavano le reti. E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedèo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.


Con l’arresto di Giovanni in Battista si apre una nuova epoca: quella di Gesù.Il Profeta lascia il posto a Colui che aveva annunciato, la voce cede il passo alla Parola. Inizia il così detto Ministero Pubblico di Gesù, ed il contenuto essenziale della sua predicazione sarà: convertitevi e credete al Vangelo.
“Per accoglierlo, suggerisce Gesù, convertitevi e credete nel Vangelo. La conversione non come un'esigenza morale, ma un accorgersi che si è sbagliato strada, che la felicità è altrove. Convertitevi allora, giratevi verso la luce, come un girasole che si rimette ad ogni alba sui sentieri del sole, perché la luce è già qui. “

venerdì 12 gennaio 2018

VIENI E VEDRAI

II Domenica - Tempo ordinario Anno B

In quel tempo Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l'agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa maestro –, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio. [...] 
Gesù allora si voltò e, vedendo che lo seguivano, disse:
 «Che cercate?».


Le prime parole che Gesù pronuncia nel Vangelo di Giovanni sono in forma di domanda. Sappiamo bene che in tutti i Vangeli le prime parole di Gesù che pronuncia acquistano un valore importantissimo, quasi una sorta di tema che poi verrà ripreso nel corso di tutta l’opera, una sorta di chiave di lettura per comprendere il messaggio stesso che l’Evangelista si propone di consegnare ai cristiani del suo tempo e di quelli futuri. Nel vangelo di Giovanni le prime parole di Gesù sono: “Che cosa cercate?"