venerdì 14 settembre 2012

IN PRINCIPIO FU IL PUNTO INTERROGATIVO!


XXIV Domenica Tempo ordinario Anno B

In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa e altri uno dei profeti». Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno. E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell'uomo doveva soffrire molto, ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere.
Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va' dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini». Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà».

Un Maestro strano Gesu’ che non cerca di dare spiegazioni o risolvere dubbi quanto piuttosto porre degli interrogativi. In effetti la cosa assolutamente importante e porsi delle domande, essere continuamente alla ricerca della verita’ e non tanto possessori di essa. Tutto nasce dal dubbio da cui nasce la ricerca. Gesu’ non pone domande filosofiche o scientifiche, quanto relative al nostro rapporto con Lui. Chi sono io per te nella tua vita, nelle tue scelte, nel modo di impostare la tua esistenza di ogni giorno, che cosa incide nel tuo vissuto la mia amicizia con te. Una relazione amicale non e’ mai scontata, raggiunta, definitiva, ogni giorno va rinnovata e abbracciata come se fosse appena nata. 
Chi sono io per te? Attorno a questa domanda si gioca la fede di ciascuno. Come Pietro ogni discepolo è chiamato personalmente ad amare questa domanda, come acqua sorgiva. Io l'ho molto amata, le ho dato molte risposte, sempre incompiute. Oggi, Signore, ti confesso felice che Tu sei per me quello che la primavera è per i fiori, quello che il vento è per l'aquilone. «E col tuo fiato m'apri spazi al volo» (G. Centore).

Per una lettura personale:
(Letture: Isaia 50, 5-9a: Salmo 114; Giacomo 2, 14-18; Marco 8, 27-35) 

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