venerdì 27 aprile 2012

IL BUON PASTORE: BUONO MA CORAGGIOSO

IV Domenica di Pasqua Anno B

In quel tempo, Gesù disse: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore. Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore. Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo».

E’ una scena quella descritta nel vangelo che apparentemente sembra bucolica, verdi colline, greggi ed armenti al pascolo. A leggerla con piu’ attenzione invece descrive una scena di lotta e di scontro tra due potenze che si contrappongono: i lupi e le pecore. L’eterna guerra tra male e bene, tra deboli e forti…  e si potrebbe andare avanti chissa’ per quanto. In questa scena compaiono due categorie di persone: i mercenari ed Il Buon Pastore. I primi legati ad una logica dell’interesse al primo accenno di pericolo scappano alle proprie responsabilita’, il Buon Pastore e’ una figura disarmata ma non recede, e’ pronto a tutto con la sola arma del suo caraggio per difendere con l’Amore chi gli e’ stato affidato. No e’ solo consolante per noi capire come Gesu’ e’ pronto a difendermi ma anche un impegno da assumere, un comportamento di vita da portare nel nostro quotidiano per no lasciarsi trascinare i questo vortice che ci vorrebbe tutti pedine di questo mondo dettato dalla logica del mercato, trasformandoci in codardi mercenari.

per approfondire:
(Letture: Atti degli apostoli 4, 8-12; Salmo 117; 1 Giovanni 3,1-2; Giovanni 10,11-18) 

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