sabato 14 ottobre 2017

SIAMO TUTTI INVITATI


XXVIII Domenica Tempo Ordinario – Anno A

In quel tempo, Gesù, riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse: «Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. Mandò di nuovo altri servi con quest'ordine: dite agli invitati: “Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali».

Il Signore ci invita ad una grande festa, non una festa qualsiasi, ma ad una festa nuziale. Credo che il giorno delle nozze sia il giorno più bello che si possa immaginare, sia per gli sposi che per tutti quelli che sono invitati. Eppure nessuno risponde all’invito. Come mai? Occorre avere un cuore aperto all’amore, alla gioia, alla felicità per poter far festa con gli sposi… altrimenti restiamo “fuori” da tale gioia e preferiamo cose più serie: gli affari, il lavoro tutte cose da uomini  “seri”.
Quello che ci viene proposto è dunque il tema della festa e del ruolo che essa ha nella nostra vita. “In questa nostra società abbiamo moltiplicato le feste ma abbiamo perso la gioia della festa” diceva già Don Tonini Bello anni fa. All’’uomo “faber” manca la gioia della domenica, tutto ripiegato sul feriale del lavoro legato al profitto, incapace di ringraziare e di gioire. Ecco allora l’uomo che non possiede l’abito nuziale. Abito inteso non in senso fisico, ma l’”abitus” interiore adatto alla circostanza. Quell’uomo non ha fatto neppure la fatica di togliersi gli abiti da lavoro, pronto a ritornare il più presto possibile alle sue attività con lo stesso spirito di come le aveva lasciate. E’ entrato fisicamente ma ha lasciato fuori il suo cuore. Questo è l’invito della Parola di questa domenica: curare il proprio “abito” interiore per essere uomini della festa e della gioia della vita.

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