sabato 20 ottobre 2012

ALLA SCOPERTA DEL VOLTO PATERNO DI DIO


XXIX Domenica del Tempo Ordinario - Anno B

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?» [...]. 

“Signore, vogliamo che tu ci faccia…” è la preghiera tipica di tante persone che interpretano il rapporto con Dio solo in termini di utilità, di convenienza. Dio che è onnipotente può tutto ed io che sono suo amico deve accontentarmi. Anzi baratto la mia fedeltà, l'essere buono, giusto, onesto con una specie di ricompensa, di un dovuto. I Latini dicevano: do ut des!
Non è questa la preghiera cristiana, essa nasce non da un rapporto di scambio o di convenienza ma da un rapporto amicale nel nasce e si moltiplica nel campo delle libertà e della gratuità.
E quando chiede, come nella preghiera del Padre Nostro, chiede che sia fatta le Sua e non la nostra volontà, anche perchè spesso non sapiamo realmente quello che chiediamo e quale sia il vero bene per me e per gli altri.  Il cristiano chiede anche le cose materiali certo la chiede il pane quotidiano ovvero il necessario riconoscendo un questo sempre il frutto della Sua Provvidenza e mai unicamente frutto del lavoro dell’uomo. Fin quando non impareremo a vedere in Dio il volto di un Padre da Amare e non un Essere Onnipotente da portare dalla nostra parte, non avremo ancora intrapreso il cammino cristiano.

 Per una lettura personale:
(Letture: Is 53,2a.3a.10-11; Sal 32; Eb 4.14-16; Mc 10,35-45)

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