VI Domenica - Tempo ordinario Anno B
In quel
tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva:
«Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli
disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito la lebbra scomparve da lui ed
egli fu purificato. E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli
disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va', invece, a mostrarti al
sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza
per loro». Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il
fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma
rimaneva fuori, in luoghi deserti;
e venivano a lui da ogni parte.
e venivano a lui da ogni parte.
Come sempre il Vangelo ci offre mille spunti di
riflessione e di approfondimento. Io mi vorrei soffermare su un piccolo dettaglio
e apparentemente marginale, quasi una nota redazionale insignificante:il fatto
che Gesù dopo aver “purificato” il lebbroso gli chieda di non rivelarlo a nessuno,
ma solo di presentarsi al sacerdote per adempiere ciò che Mosè nella legge
aveva prescritto. Questo solo per loro, per i sacerdoti perché riconoscano la
presenza di Dio nella storia del suo popolo. E lo mandò via, con tono severo,
ordinandogli di non dire niente. Il motivo e presto detto: Gesù non compie miracoli per un
secondo fine, per fare adepti o per avere successo, neppure per convertire
qualcuno. Lui guarisce il lebbroso perché torni integro, perché sia restituito
alla sua piena umanità e alla gioia degli abbracci. È la stessa cosa che accade
per ogni gesto d'amore: amare «per», amare per un qualsiasi scopo non è vero
amore. Al contrario di quanto facciamo noi nel nostro tempo.
La carità sponsorizzata che diventa per il
benefattore, pubblicità del proprio operato, fonte di ostentata visibilità e di
guadagno non sempre
trasparente, non è carità Spesso è ricerca di vantaggio economico, di immagine,
di sponsor che siano garanti, di seguire la logica del mercato più che della
Provvidenza. Chi agisce così potrà essere chiamato benefattore dell’umanità, rispettato
e ben voluto, ma il suo cuore è lontano dalla compassione che aveva Cristo verso
il prossimo e che traboccava dal suo cuore.
Auguriamoci di essere tra coloro che Gesù conosce alla fine
della vita, che nell’umiltà e verità agiscono senza che la destra sappia cosa
fa la sinistra e che ricercano nel feriale e anonimo quotidiano il bene dell’altro,
chiunque esso sia.
Perché alla fine della vita saremo giudicati sull’amore!
Nessun commento:
Posta un commento