I Domenica di Quaresima Anno B
In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel
deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le
bestie selvatiche e gli angeli lo servivano. Dopo che Giovanni fu arrestato,
Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è
compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Il Vangelo di Marco non riporta, a differenza
di Luca e Matteo, il contenuto delle tentazioni di Gesù, ma ci ricorda
l'essenziale: e subito lo Spirito lo sospinse nel deserto, e nel deserto rimase
quaranta giorni tentato da
Satana.
Che cos’è la tentazione? Non è di sè per se un peccato,
quanto un momento in cui l’uomo deve scegliere tra due possibilità: quella del
bene e quella del male.
E’ un momento di crisi nel senso etimologico della parola ove
crisi significa giudizio. L’uomo è chiamato nella tentazione ad esprimere un
giudizio sulle due contrastanti possibilità di scelta ed decidersi, autodeterminarsi,
intraprendere una direzione di cammino.
Nella preghiera del Signore detta anche Padre nostro diciamo a Dio di non indurci in tentazione (nella nuova versione proposta onde evitare possibili equivoci sul fatto che Dio possa indurre al male, viene proposta la nuova versione: non ci lasciare soli nella tentazione ma liberaci dal male). Dio non ci induce mai al male, solo il suo avversario lo farà, Dio gioca sempre per il bene dell’uomo e per la sua salvezza.
Detto questo occorre capire che l’uomo è sottoposto alla
prova per tale motivo e a ragione della sua intrinseca fragilità nel giudizio,
deve ricorrere all’aiuto della preghiera come Gesù stesso fece nell’orto del
Getsemani: “Padre, se vuoi allontana da
me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia volontà, ma la tua volontà”. La
tentazione si supera positivamente nel compiere la volontà di Dio che è sempre
il vero bene per l’uomo.
(Letture: Genesi 9,8-15; Salmo 24; 1 Pietro
3,18-22; Marco 1,12-15)
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