venerdì 28 settembre 2012

I DISCEPOLI DI GESU': UOMINI SOLIDALI E APERTI AL MONDO


XXVI DOMENICA Tempo ordinario-Anno B

In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c'è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi. Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d'acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa. Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare (...)». 

Gesu’ non crea steccati, dentro noi, fuori gli altri, ma concepisce il mondo come una grande famiglia dove tutti coloro che operano il bene, la giustizia l’amore verso il prossimo sono "amici di Gesù": “Chi non è contro di noi (nel perseguire il progetto di fraternità e di Amore di Gesù) è con noi . Si può essere di Cristo senza appartenere al gruppo dei dodici. Trasferito nel nostro mondo: si può essere uomini di Cristo senza essere uomini della chiesa, perché il regno di Gesù è più grande della chiesa, e la chiesa finirà mentre il regno dei cieli è eterno. Semini amore, aiuti a guarire l'oceano di male che c'è nel mondo? Allora sei di Cristo. Cade cosi, una certa idea di superiorità, di esclusività che potremmo avere noi cristiani nei confronti degli altri, ritenendoci superiori o migliori e guardando gli altri dall’alto verso il basso. Non occorre fare grandi cose per meritare il beneplacito di Gesu’ anche solo un bicchiere d’acqua dato un assettato è già un fiume che scorre verso il mare della Carità che è Dio.

Per una lettura personale:
(Letture: Numeri 11,25-29; Salmo 18; Giacomo 5,1-6; Marco 9,38-43.45.47-48).

venerdì 21 settembre 2012

I BAMBINI AL CENTRO DEL CUORE


XXV Domenica del Tempo Ordinario - Anno B

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli [...] giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse il più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servitore di tutti». E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato». 

Gesu’ per spiegarci il suo modo di intendere la vita usa l’immagine di un bambino. Nel mondo spesso i bambini occupano solo marginalmente un posto, spesso sono appena accettati, quando non vengono sfruttati o usati per fini ignobili. Gesu’ invece da loro una grandissima dignita’ fino a dire che chi accoglie loro accoglie Lui stesso! Penso ai tanti bambini mai nati… a quelli violentati o malati o denutriti di cui spesso nessuno si occupa, a quanti Gesu’ bambino sparsi nel mondo in attesa di essere ricosciuti nella loro dignita’ abbracciati come fece Lui quel giorno. Proprio perche’ non possono restituirci il bene che noi gli facciamo sono per noi occasione di un Amore disinteressato e totale

“Potessimo dire, come Gesù, ai nostri piccoli, a quelli che ci sono affidati: ti metto al centro della mia vita e ti abbraccio. Allora il sogno di Gesù dalla periferia del mondo arriverà a conquistare il centro della città dell'uomo”. (E. R.)

Per una lettura personale
(Letture: Sapienza 2,12.17-20; Salmo 53, Giacomo 3,16-4,3, Marco 9,30-37)

venerdì 14 settembre 2012

IN PRINCIPIO FU IL PUNTO INTERROGATIVO!


XXIV Domenica Tempo ordinario Anno B

In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa e altri uno dei profeti». Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno. E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell'uomo doveva soffrire molto, ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere.
Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va' dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini». Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà».

Un Maestro strano Gesu’ che non cerca di dare spiegazioni o risolvere dubbi quanto piuttosto porre degli interrogativi. In effetti la cosa assolutamente importante e porsi delle domande, essere continuamente alla ricerca della verita’ e non tanto possessori di essa. Tutto nasce dal dubbio da cui nasce la ricerca. Gesu’ non pone domande filosofiche o scientifiche, quanto relative al nostro rapporto con Lui. Chi sono io per te nella tua vita, nelle tue scelte, nel modo di impostare la tua esistenza di ogni giorno, che cosa incide nel tuo vissuto la mia amicizia con te. Una relazione amicale non e’ mai scontata, raggiunta, definitiva, ogni giorno va rinnovata e abbracciata come se fosse appena nata. 
Chi sono io per te? Attorno a questa domanda si gioca la fede di ciascuno. Come Pietro ogni discepolo è chiamato personalmente ad amare questa domanda, come acqua sorgiva. Io l'ho molto amata, le ho dato molte risposte, sempre incompiute. Oggi, Signore, ti confesso felice che Tu sei per me quello che la primavera è per i fiori, quello che il vento è per l'aquilone. «E col tuo fiato m'apri spazi al volo» (G. Centore).

Per una lettura personale:
(Letture: Isaia 50, 5-9a: Salmo 114; Giacomo 2, 14-18; Marco 8, 27-35) 

domenica 9 settembre 2012

LA BELLEZZA DI APRIRSI A DIO E AGLI ALTRI


XXIII Domenica Tempo ordinario - Anno B

In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».

Ogni menomazione riduce la nostra capacita’ di vivere pienamente la nostra vita, attraverso i sensi l’uomo si apre alla conoscenza del mondo che lo circonda e nello stesso tempo interagisce con il mondo e con gli altri. In maniera particolare il sordomuto e’ impossibilitato a comunicare con il prossimo. Tutti noi sappiamo dallo studio del corpo umano che  questa menomazione nasce da un difetto uditivo e per conseguenza di cio’, ovvero dalla imposibilita’ di ascoltare i suoni, non ci riesce per conseguenza a parlare anche che l’apparato vocale non ha nessun difetto fisico. Si puo’ pertanto insegnare a parlare ad un sordomuto con tecniche speciali. Ho detto tutto questo non per fare una lezione di anatomia ma per andare al cuore del fatto evangelico che Gesu’ intende prendere ad esempio per la nostra vita. Anche nella vita spirituale occorre prima saper ascoltare e successivamente si puo’ parlare a Dio, questo vale anche nella vita di relazione e di ogni giorno ogni volta ci apriamo all’altro. Ogni relazione vera, sincera nasce dall’ascolto profondo dall’altro. Gesu’ nel guarirlo lo invita ad aprirsi “effeta’” dal proprio mondo per cominicare veramente. Primo servizio da rendere a Dio e all'uomo è l'ascolto. Senza, non c'è parola vera. Nella Bibbia leggiamo di una preghiera così bella da incantare il Signore. Di questa sola è detto che il Signore rimane affascinato. Nella notte che precede l'incoronazione, il giovane Salomone chiede a Dio: «Donami un cuore docile, un cuore che ascolta!» E Dio risponde, felice: «Poiché non mi hai chiesto ricchezza, né potenza, né lunga vita, tutto questo avrai insieme al dono di un cuore che ascolta!» Dono da chiedere sempre. Instancabilmente, per il sordomuto che è in noi: donaci, Signore un cuore che ascolta. Perché è solo con il cuore che si ascolta, e nasceranno parole profumate di vita e di cielo.

Per una lettura personale
(Letture: Isaia 35, 4-7; Salmo 145; Giacomo 2, 1-5; Marco 31-37 ) 

domenica 2 settembre 2012

MANI SPORCHE E CUORE PULITO


XXII Domenica
Tempo ordinario - Anno B

« (...) "Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini". Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini». Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c'è nulla fuori dell'uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall'uomo a renderlo impuro». E diceva: «Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza»... 

Abbiamo vissuto anni orsono la famosa epoca giudiziaria denominata “mani pulite”, oggi Gesu’ ci dice che non basta o non e’ necessario dal punto di vista morale avere solo le mani pulite, ma che la cosa importante per l’uomo e’ avere il cuore pulito. Le mani possono anche essere sporche, segno di chi lavora duramente, ma Gesu’ guarda il cuore dell’uomo , le sue intenzioni, i suoi desideri, i suoi progetti. E’ dal cuore, inteso come interiorita’ che nascono tutte le cose che contamina l’uomo, I farisei davano solo consigli di natura igienica e sanitaria ma che non riguardano certo il nostro rapporto con Dio. Gesu’ inaugura la religione del cuore, dell’aomre al prossino in modo concreto e non solo una salvezza personale realizzata con pratiche e riti availsi dal nostro rapporto con il prossimo, una religione molto “laica” potremo dire oggi tanto per capirci, ma che raggiunge il cuore di Dio e dell’uomo nel suo essere piu’ profondo.

“Che aria di libertà con Gesù! Apri il Vangelo ed è come una boccata d'aria fresca dentro l'afa dei soliti discorsi. Scorri il Vangelo e passa l'ombra di una perenne freschezza, un vento creatore che ti rigenera, che apre cammini, perché con Cristo sei tornato al cuore felice della vita”.

Per una lettura personale
(Letture: Deuteronomio 4, 1-2.6-8; Salmo 14; Giacomo 1, 17-18. 21b-22.27; Marco 7,1-8.14-15.21-23)