martedì 26 marzo 2019

IL TEMPO DELLA PACE


La guerra è finita… inizia il tempo della pace!
Lettera a tutti gli Amici
Il giorno 20 Marzo, insieme all’amico Roberto, abbiamo corso per la Pace, in particolare per la Terra Santa. Il giorno successivo siamo arrivati ad Assisi, la Terra Santa di Francesco, per lasciare una piccola luce presso il Santuario di San Damiano. Certamente non pensavo che da lì a pochi giorni la Guerra contro il Daesch sarebbe stata dichiarata formalmente finita, dopo sette anni di atrocità e di morte. La guerra è finita ora inizia il tempo della pace da costruire negli anni avvenire. Occorre continuare a correre verso altre mete più difficili da raggiungere non solo con le gambe ma anche col cuore!
Leggo oggi un articolo apparso sul giornale on line “Avvenire” che parla di duemila bambini usciti vivi con le loro madri da Baghuz ultima racco forte degli jihadisti, figli del Daesh. Voltare la nostra faccia dall’altra parte e lasciarli al loro triste destino? Che fare?
La primavera è appena iniziata e con essa la promessa di un futuro bello e ricco di tante attese, voglio credere che all’inverno segua sempre la primavera e con essa un mondo pieno di “fiori”. Noi umili agricoltori a cui è stato affidato questo campo fatto di tanti volti e di tante attese, spetta continuare a lavorare costruendo, pietra dopo pietra, il sogno di Francesco e di ogni uomo di pace.
Per questo continueremo a sostenere tutte quelle opere di solidarietà rivolte in particolare ai bambini, il nostro fragile e meraviglioso mondo di domani, della Terra Santa ove duemila anni fa il vagito di un Bambino, fece nuovo questo nostro mondo,  che va avanti ancora grazie a uomini e donne che lo vogliono accogliere e prendersene cura. Padri e madri che non issarono bandiere sui campi di battaglia, anneriti dal fuoco, ma,  miti e tenaci, hanno resistito perché credono ancora nell’Amore.   Padre Gabriele.

sabato 23 marzo 2019

ECCO IL MOMENTO DI CAMBIARE


III Domenica di Quaresima Anno C

“In quello stesso tempo si presentarono alcuni a riferirgli circa quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva mescolato con quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù rispose: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quei diciotto, sopra i quali rovinò la torre di Sìloe e li uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».

La morte da sempre pone all’uomo gli interrogativi più grandi della sua esistenza e della sua fine. In modo particolare eventi catastrofici, atti terroristici, epidemie che coinvolgono persone innocenti, scuotono particolarmente la coscienza dell’uomo circa il significato di tali fatti. E’ quanto ci riporta il Vangelo di questa terza settimana di quaresima: che colpa avevano quei Galilei che Pilato aveva fatto uccidere durante un’assemblea religiosa o per la disgrazia avvenuta per la caduta della torre di Siloe.
Gesù tronca di netto il nesso tra peccato personale e disgrazia. Dio non è un Essere vendicativo che punisce il peccatore, è Padre e lotta sempre per la vita e la conversione del peccatore: Convertitevi altrimenti perirete allo stesso modo. Ecco la sciagura che insidia subdolamente la vita dell’uomo e lo porta alla rovina: il peccato.


 E’ il peccato del’uomo la sciagura più grande nel quale l’uomo posso incorrere, quello del non amore che produce l’annientamento del genere umano: guerre fraticide, disastri ambientali causati del profitto illecito, sfruttamento di persone e di interi popoli per la ricerca di profitti economici, l’ingiustizia e la violenza cieca  e abietta.
Il Vangelo si chiude con la parabola del fico sterile dove  la pazienza dell'Agricoltore  si oppone quella del Padrone  della vigna. Questa pazienza è il tempo della conversione dato da Dio all'uomo di cui questa quaresima è simbolo ed occasione propizia.

sabato 16 marzo 2019

IL CANTICO DEL NUOVO MONDO



I giornali di tutto il mondo riportano due notizie che hanno caratterizzato ieri il nostro mondo: l’onda verde di migliaia di giovani in tutto il pianeta per manifestare contro i cambiamenti climatici, sulla scia delle proteste pacifiche della sedicenne svedese Greta Thunberrg e la sparatoria in Nuova Zelanda che ha causato la morte di 50 persone uccise per odio anti-religioso e razziale.
Due fatti che ci devono interpellare, far riflettere e magari spingerci a trovare una chiave di lettura ed una possibile risposta.
Io questa possibile risposta l’ho trovata in un antico scritto del medioevo, il cui autore si definiva illetterato ma che, nella sua semplicità, seppe trovare il modo di unire in un unico testo il rispetto per la natura e la concordia tra gli uomini: “Il Cantico di Frate Sole” o “delle creature” di Francesco d’Assisi. Un Cantico dell’ecologia totale che include la natura con tutte le sue creature e l’uomo, capace di per-donare nel senso di donare-per (la solidarietà) e nel senso di con-donare per ricostruire la concordia tra gli uomini e riportare la Pace.

In esso è contenuto un elogio agli uomini che sostengono tribolazioni per amore della giustizia, per il riconoscimento a tutti dei diritti universali  ed il rispetto di tutti gli uomini (Gandi, M. L. King, G. Falcone, P. Borsellino, P. Puglisi… l’anagrafe dei Giusti).
Non solo aria, acqua, terra hanno bisogno di rispetto e di custodia ma anche l’uomo con essa, non solo ecologia ma anche etica in un unico Cantico di gioia e di fraternità per un mondo veramente Nuovo.
Abbiamo bisogno di Santi e di Eroi, cioè di uomini e di donne che trasformino il quotidiano in straordinario, con la semplicità di chi sa di aver compiuto solo il proprio dovere e di riconoscersi umilmente solo dei servitori per il Bene Comune.

venerdì 1 marzo 2019

1° MEDITAZIONE "SE TU CONOSCESSI IL DONO DI DIO"




'Gesù e la samaritana al pozzo', 2017, 
acrilico su tavola, sala del Servizio Diocesano di ascolto familiare 
Il Pozzo, presso la diocesi di Latina 
Giorgia-Eloisa Andreatta


  
“ SE TU CONOSCESSCI
IL DONO DI DIO”
(Gv. 4, 5-42)

 A cura di Sr. Maria Stella

  
In quel tempo. Il Signore Gesù giunse a una città della Samaria chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani. Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?». Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna».

Pregare con l'icona della Samaritana