XXX Domenica Tempo ordinario Anno A
“In quel tempo,
i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducei, si
riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per
metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?».
Gli rispose: «“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la
tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento.
Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da
questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».
Alla provocazione dei farisei di ieri e di oggi, Gesù
risponde con una sola parola che riassume tutte le Parole di Dio e degli
uomini: Amare.
Credo che non esista parola più grande e bella di questa,
perché è al centro della vita di ogni uomo, è nel suo intimo, nel suo cuore.
Amare ed essere amati è il desiderio più profondo, l’essenza stessa della vita
di ogni uomo.
Amare voce del verbo dare, che si declina in tanti modi:
amare Dio, il prossimo e noi stessi.
·
Amare Dio per molti è osservare leggi e
precetti, vivere onestamente ed osservare la morale. Amare Dio è molto di più,
è vedere il mondo come lo vede Lui ed impegnarsi a realizzare il Suo Regno
sulla terra.
·
Amare noi stessi, è spesso dimenticato o posto
in ultimo posto o confuso con una sorta di narcisismo spirituale. Abbiamo detto
che amare non è solo un bel sentimento ma un impegno concreto: “Non esiste Amore
più grande di colui che dà la vita per i propri fratelli”, ci dice Gesù nel
Vangelo non possiamo dare quello che non abbiamo, occorre prima aver realizzato
in noi un cammino umano e spirituale per essere in grado di donare veramente.
Molte volte nel dono c’è l’auto gratificazione o molto peggio la convinzione di
poter sempre dare in quanto “ricchi” di noi stessi, ostentando la nostra
ricchezza e donando vero amore. Solo chi si è fatto povero perché conosce bene
se stesso nei pregi e nei limiti, è in grado di poter amare.
Infine Gesù parla al futuro: “Amerai”, come un impegno che
sempre ci sta davanti, un cammino sempre nuovo da ricominciare ogni giorno,
nelle vie strette delle nostre città, come nelle solitudini delle nostre
periferie esistenziali. Solo il povero sa trarre dalla sua bisaccia il dono per
riscaldare il cuore del fratello che ci è vicino. “Se non ami te stesso, non sarai capace di amare nessuno, saprai solo
prendere e accumulare, fuggire o violare, senza gioia né intelligenza né
stupore”.
LETTURE: Es 22,20-26; Sal 17; 1 Ts 1,5c-10; Mt 22,34-40
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