XXXI Domenica
Tempo Ordinario – Anno A
In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno. (...) Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini: allargano i loro filatteri e allungano le frange; amano posti d'onore nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe e i saluti nelle piazze, come anche sentirsi chiamare “rabbì” dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate nessuno “padre” sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo. E non fatevi chiamare “maestri”, perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo. Il più grande tra voi sia vostro servo; chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato».
In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno. (...) Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini: allargano i loro filatteri e allungano le frange; amano posti d'onore nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe e i saluti nelle piazze, come anche sentirsi chiamare “rabbì” dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate nessuno “padre” sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo. E non fatevi chiamare “maestri”, perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo. Il più grande tra voi sia vostro servo; chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato».
Gesù, come amico vero, ogni giorno, ogni Domenica ci invita a
camminare con Lui verso un nuovo orizzonte dove mi ritrovo più vero, più
autentico, più Uomo. Ad ogni frase del Suo Vangelo, un invito a camminare verso
la mia maturità rifiutando falsità ed ipocrisie.
Proprio di ipocrisia si parla in questa Domenica, scegliere una vita che sia il più possibile
espressione delle mie idee, dei miei sogni senza paura di quello che sono
comprese le mie debolezze e paure… una vita senza maschere e senza carnevali.
Al peccato d'ipocrisia, si aggiunge quello della vanità,
apparire non essere, proprio lo slogan dei nostri tristi giorni. Nascondendosi
dietro a titoli di tutti i generi, millantati e non corrispondenti alla verità
della nostra vita. A tale visione di vita, l’Amico Gesù ci suggerisce il cammino
dell’umiltà e del servizio. Ministri della Vita, custodendola e servendola
nella serena gioia di ogni giorno sapendo che tale gioia è la mia più bella
ricompensa.
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