XXVIII Domenica, Tempo Ordinario, Anno B
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Pietro allora prese a dirgli: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c'è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà».
Un tale corre incontro al Signore. Non ha un volto, non ha una eta’, non possiede una identita’, possiamo dire che non ha una sua personalita’. Difronte alla scelta tra le cose che possiede una una nuova vita impostata su altri valori, come il dono si se stesso nell’amore, che Gesu’ gli propone mette al primo posto le cose. In questo senso e’ figlio del nostro tempo, figlio di questa societa’ consumistica che ci riempie di cose, spesso inutuili ma che ci toglie la vita vera, quella eterna.
Essere o avere? Quel tale sceglie l’avere! Eppure Gesu’ ha per lui uno sguardo pieno di amore anche per lui, non vede un ricco, vede una persona da amare.
Seguire il Vangelo non è rinuncia, ma incarnare un'altra logica del vivere, per un cuore moltiplicato, per cieli nuovi e terra nuova. Allora capiamo che il «Regno di Dio verrà con il fiorire della vita in tutte le sue forme» (Giovanni Vannucci). Che ogni discepolo vero può pregare così: «con gli occhi nel sole / a ogni alba io so / che rinunciare per te / è uguale a fiorire» (Marina Marcolini).
Per una lettura personale
(Letture: Sapienza 7, 7-11; Salmo 89; Ebrei 4, 12-13; Marco 10, 17-30).
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