XIII Domenica del tempo ordinario Anno B

“Non temere”, anche difronte al male assoluto su questa terra , la morte, mi invita a non temere. Per Lui Signore delle vita, la morte e solo un sonno leggero che al più lieve tocco fa risvegliare. Non a caso il luogo dove i cristiani portano i loro defunti per il riposo eterno si chiama “cimitero”, che vuol dire appunto luogo del sonno, ove ci si dorme. «Perché piangete? Non è morta questa bambina, ma dorme». Dorme, come tutti i nostri che ci hanno preceduto e che sono in attesa del risveglio. Dormono, come una parentesi tra questo sole e il sole di domani, e per Dio l'ultimo risveglio è sulla vita. Occorre però , come al solito, un atto umano tra i più profondi e sinceri che l’uomo possa fare si compia: affidarsi completamente a Lui, avere fede in altre parole Avere fede non è un atto di resa quando le mie forze non arrivano a fare ciò che vorrei, ma un gesto di apertura del cuore umano perchè possa vincere l’Amore e la Potenza di Dio nella mia vita… ed allora i miracoli, anche quelli più difficili o impossibili, avvengono ieri come oggi. Prese la mano della bambina e le disse alzati! Su ogni creatura, su ogni fiore, su ogni uomo, su ogni donna ripete la benedizione di quelle antiche parole: Talità kum, giovane vita, dico a te, alzati, rivivi, risplendi. Tu porti salvezza. Grazie Signore della Vita!
Per una lettura personale
(Letture: Sapienza 1, 13-15; 2, 23-24; Salmo 29; 2 Corinzi 8, 7.9.13-15; Marco 5, 21-43)
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